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al testo di Dario Pepe
A casa
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A casa. Poi si va a casa. L’ascensore, contare i minuti, la chiave nella toppa, il divano scuro, le pareti, (com’è freddo questo studio) accendo la luce vedo sullo scrittoio i soliti fogli scarabocchiati, chiudo gli occhi, (fuori il vento grida) la canzone preferita in mente, un viaggio, un desiderio, passarti le dita tra i capelli, lontano da occhi estranei, illudersi che sia concesso seguire i tuoi passi, di nascosto osservarti con la coda dell’occhio, quando poi ti avvicini, quando mi parli, sentire comprendere troppo.
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